Nel DUBBIO. Scrivilo.

Nel DUBBIO. Scrivilo.

Dicono che i libri ti trovano. Quest’estate mentre sbirciavo la piccola libreria della casa al mare, una copertina si è incollata alle mie dita, il titolo urlava: “Donne che non perdonano”, di Camilla Läckberg. Non ho mai amato i gialli ma ho sorriso e l’ho portato con me. Ho iniziato a leggerlo seduta per terra davanti all’imbarco del mio aereo in ritardo, l’ho divorato in poche ore. E’ la storia di tre donne, un racconto estremo, come il suo finale.

 

Qualcosa ha risuonato in me. Ho pensato alle mura di tutte le case, un luogo dove può succedere quello che il resto del mondo non saprà mai, dove le parole sono un tonfo sordo e i sorrisi celano quello che non si può raccontare. Parlare di violenza e di solitudine è diventato fuori moda.

L’ emancipazione femminile è ormai un tema svuotato di senso?

Cos’è la dipendenza psicologica, emotiva ed economica? E’ qualcosa che riguarda solo le donne?

Chi ci insegna a riconoscere che quel gesto subito, quelle parole che ci costringono in un angolo, o quelle urla su di noi non si possono accettare?

L’indipendenza economica è il primo passo per riuscire a prendere decisioni per sé, per disegnare un percorso di libertà, ma non basta; non basta ad evitare il sentimento di accettazione che ci hanno insegnato a provare davanti alla prevaricazione, alla mancanza di rispetto, e allo sfruttamento emotivo.

E allora cosa c’è di più potente di un: “No, grazie”. Ma prima di dirlo bisogna credere davvero che quella determinata situazione non la meriti. E come si fa a crederci?

E’ un fardello culturale, non è una caccia al maschio: quante volte la nonna, la maestra delle elementari o un’amica ci hanno fatto credere che resistere è la cosa da fare. “Devi occuparti di tuo marito” mi disse una signora sul tram, ma io il marito non ce l’avevo e ho risposto che mi stavo occupando di me, gli ho chiesto se valesse lo stesso, e lei ha sorriso. Era un sorriso lucente, di quelli che fa l’anima, quando si riscopre libera.

 

Ci piacerebbe raccontare storie: vere, inventate, o solo pensate, per poter iniziare a dirselo che ancora le cose non vanno, e che non è proprio vero che le donne hanno ormai raggiunto il loro status di libertà.

 

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Un racconto.

Una promessa.

Una aneddoto comico.

Una parola.

Un monito.

Un sogno.

Un consiglio.

Una favola.

Un grido.

Una carezza.

Un segreto.

 

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